La prima sorpresa consiste nella complessità dell’architettura genica: una struttura a mosaico per 80mila geni racchiusi in sei set di cromosomi (quello umano ne contiene 20mila in due set di cromosomi).
Altra scoperta rilevante è che l’avena possiede molti meno geni che codificano per le proteine che formano il glutine rispetto a quanto non avvenga per grano e orzoe quei pochi che contiene sono anche espressi in misura minore, quando non silenti. Di conseguenza, vi sono meno sequenze proteiche in grado di scatenare allergie e intolleranze alimentari. Rispetto ad altri cereali, inoltre, l'avena contiene anche una percentuale molto più alta di beta-glucani e di vari tipi di fibre.
L'avena non è, però, interessante solo per i suoi benefici per la salute. Come sottolineato dagli Autori, la sua coltivazione richiede anche meno trattamenti con insetticidi, fungicidi o fertilizzanti rispetto ad altri cereali, un aspetto di sostenibilità ambientale che potrebbe favorirne la produzione, in relazione alla crescente domanda di proteine di origine vegetale.
Così concludono: “La preoccupazione che l’avena potesse contenere proteine simili al glutine ha determinato la sua esclusione dalle diete per celiaci. I risultati di questo studio ci dicono che i geni che codificano per le proteine che formano glutine sono rari, espressi a bassi livelli e con minor capacità allergenica. Queste caratteristiche rendono l’avena molto simile al riso, alimento sicuro per i celiaci”.
Nicola Miglino