“Gli studi epidemiologici condotti in circa 200 Paesi in tutti i continenti hanno segnalato l’abuso di sale come l’errore alimentare maggiormente responsabile di morti premature e disabilità correlata allo sviluppo di malattie croniche non trasmissibili e altre analisi hanno indicato la possibilità di prevenire oltre due milioni e mezzo di morti premature a livello globale attraverso la riduzione del consumo di sale a meno di 5 grammi al giorno, secondo le indicazioni dell’Oms”, si legge in una nota Sinu.
La principale fonte di assunzione nella dieta italiana è data dal cloruro di sodio aggiunto nei prodotti trasformati di tipo artigianale, industriale o della ristorazione collettiva e poi da quello aggiunto in cucina e/o a tavola. Elevate quote derivano anche dai gruppi carne/uova/pesce e latte e derivati, sempre a causa del sale aggiunto rispettivamente nelle carni e nei prodotti del mare conservati e ancor più nei formaggi.
“Il contenuto di sale della frutta, della verdura e in generale degli ortaggi freschi è invece molto basso”. Sottolinea Sinu. “Dunque, una dieta ricca di frutta, verdura e legumi freschi o secchi già predispone a un minor consumo complessivo di sale. È bene invece evitare il consumo frequente di prodotti quali formaggi stagionati e soprattutto di insaccati, così come di carne, pesce e altri alimenti in scatola contenenti sale aggiunto, acquistare pane povero di sale leggendo bene l’etichetta, non aggiungere sale a tavola e contenerne al massimo l’uso in cucina, preferendo in ogni caso il sale iodato”.
L’impegno individuale, secondo Sinu, deve essere accompagnato da una strategia globale che richiede a livello nazionale e internazionale la collaborazione dell’industria alimentare, la sensibilizzazione della popolazione attraverso campagne pubblicitarie, l’estensione dell’uso di etichette nutrizionali che indichino se il prodotto è a più basso o più alto contenuto di sodio. E conclude: “Questa strategia è già stata applicata e ha prodotto iniziali risultati tangibili in numerosi Paesi e deve essere opportunamente coniugata con la lotta contro l’obesità infantile, l’abuso di zuccheri e bevande zuccherate e l’improprio consumo di alcol, secondo lo spirito del programma Guadagnare Salute promosso dal Ministero della Salute nel 2007 e tuttora operativo”. (n.m.)