Potrà diventare l’integratore del futuro per il benessere del cervello, ma anche il primo biomarcatore naturale di una patologia psichiatrica. Per questo, gli esperti della Società di NeuroPsicoFarmacologia (Sinpf), riunitisi nei giorni a Milano per il 25° Congresso nazionale, hanno puntato i riflettori sulla Palmitoiletanolamide (Pea),  presente in alcuni alimenti e già utilizzata come integratore per i suoi effetti analgesici e antinfiammatori.

La salute mentale dei pazienti affetti da psicosi non migliora con una supplementazione con vitamina D, di cui però tale popolazione si rivela fortemente carente, suggerendo molta attenzione da parte dei clinici per i rischi su altri fronti metabolici, in particolare quello osseo. Sono i risultati di uno studio multicentrico inglese, randomizzato e in doppio cieco, pubblicato di recente su Jama network open (rivista open access del gruppo Jama) che, sulla base di indicazioni provenienti da alcune ricerche sperimentali e cliniche, ha voluto indagare in maniera approfondita la capacità di un’integrazione di vitamina D di migliorare il quadro clinico in caso di psicosi.

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