La possibile azione neuroregolatoria, accompagnata da una spiccata attività antiossidante e antinfiammatoria, candida i flavonoidi a potenziali agenti nutraceutici per la modulazione del tono dell’umore. Le attuali evidenze preliminari, però, dovranno essere confermate da ulteriori indagini che ne dimostrino la reale efficacia.

Supplementi dietetici o prodotti nutraceutici hanno dimostrato, al momento attuale, una limitata efficacia nella terapia dell’eccesso ponderale. Al contrario, molti fitoterapici e/o nutraceutici sono in grado di incidere su alcuni parametri quali, per esempio, insulino-resistenza, ridotta tolleranza glicidica e dislipidemie. Sono, dunque, necessari ulteriori studi rigorosi su questo fronte, anche con l’uso combinato di più nutraceutici.

I nutraceutici rappresentano una risorsa se utilizzati in un contesto di prevenzione, un costo se assunti in modo estemporaneo. Così Carlo Ranaudo, docente di Strumenti di gestione terapeutica clinica ed economica presso il dipartimento Farmacia dell’Università di Salerno, durante la sua relazione al recente congresso nazionale Sinut (Società italiana di nutraceutica) di Bologna.

Quando adeguatamente dosati e perseguendo una aderenza/persistenza adeguata, i nutraceutici possono avere un impatto significativo su prognosi e qualità della vita in un contesto in cui, per motivi vari, perseguire una dieta sana va rivelandosi di difficile applicabilità. Questo, in sintesi, il messaggio lanciato a Bologna, in apertura del XIII congresso nazionale Sinut (Società italiana di nutraceutica), dal presidente Arrigo Cicero, che abbiamo incontrato a margine dei lavori.

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