Dalla ricerca italiana il sensore commestibile per cibi sicuri

26 Ottobre 2022

Un sensore, realizzato con acqua, sale da cucina e altri minerali disciolti, in grado di rilevare lo scongelamento irregolare degli alimenti.  A svilupparlo, i ricercatori e le ricercatrici del Center for nano science and technology dell’Istituto italiano di tecnologia (Cnst-Iit Milano) che hanno descritto il prototipo in un articolo pubblicato recentemente sulla rivista Acs Sensors.

Totalmente commestibile e senza il rischio di modificare l’alimento con il quale potrebbe essere posto in contatto, il dispositivo, per il suo funzionamento, sfrutta le innate proprietà elettroniche di liquidi e sali di cui è composto: è costituto da un blocco di cera d’api con una cella galvanica, che genera una corrente elettrica quando viene scongelata, e un sistema indicatore colorimetrico, basato sul succo di cavolo rosso, che cambia colore irreversibilmente,  dal viola al blu, quando la cella galvanica produce corrente.

Grazie a questa tecnologia si potrebbe segnalare quando un alimento si scongela per un errore imprevisto che si potrebbe verificare nella filiera che dal produttore arriva al consumatore.

Inoltre, anche in caso l’alimento venisse parzialmente scongelato e ricongelato il sistema potrebbe comunicarlo al grossista o al consumatore. La temperatura alla quale il sensore reagisce, infatti, può essere regolata tra 0 e meno 50°C variando i sali o la loro concentrazione in acqua all’interno dello stesso.

“Il team di ricerca che guido qui a Milano si occupa in generale di tecnologie che stanno cambiando il modo in cui oggi intendiamo i dispositivi elettronici” commenta Mario Caironi, responsabile della linea di ricerca Printed and Molecular Electronics di Iit. “Realizzare prototipi che non necessitano di alimentazione e sono completamente commestibili e biodegradibili e, quindi, sostenibili, può davvero migliorare la vita delle persone. La sicurezza alimentare è senza dubbio uno degli ambiti in cui queste tecnologie possono fare la differenza.”

Il team di ricercatori al centro Iit di Milano crede che questo risultato possa aprire la strada a una tecnologia sicura ed economica da utilizzare ampiamente nella catena del freddo di cibo e medicinali, riducendo gli sprechi e migliorando la sicurezza. Lo studio è stato sostenuto da un finanziamento dell’European research council.

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