I risultati indicano che dopo l'introduzione della tassa, le famiglie a basso reddito hanno ridotto i loro acquisti di bevande zuccherate di quasi il 50%, mentre le famiglie a reddito più alto del 18%.
“Poiché studi precedenti hanno dimostrato che gli individui a basso reddito consumano bevande zuccherate a un tasso superiore alla media, questi risultati suggeriscono che il sovrapprezzo potrebbe aiutare a ridurre le disuguaglianze sanitarie e promuovere la salute della popolazione”, sottolineano i ricercatori.
Melissa Knox, coautrice e docente di economia presso l'UW: "Queste bevande sono tra le maggiori fonti di zucchero nella dieta americana. Hanno molte conseguenze sulla salute e non forniscono realmente alcun nutrimento. L'idea vincente di una tassa è che le persone a basso reddito, poiché riducono di più il consumo, ricevano maggiori benefici per la salute rispetto alle famiglie a reddito più alto".
I ricercatori hanno seguito le famiglie per un anno prima e dopo l'implementazione della tassa nella loro città. Ai consumatori è stato dato uno scanner portatile per segnalare i loro acquisti. Gli aumenti di prezzo sono stati maggiori per le famiglie a basso reddito: un aumento del 22% nei prezzi delle bevande zuccherate rispetto all'11% per le famiglie a reddito più alto, in relazione alle tipologie di prodotti acquistati dalla due fasce. Il risultato è che, dopo l'introduzione della tassa, le famiglie a basso reddito hanno visto un calo del 47% negli acquisti di bevande zuccherate. Altro fenomeno interessante è che non si è registrata una “migrazione” per acquisti fuori dall’area urbana colpita dalla tassa e che le famiglie meno abbienti hanno cominciato ad acquistare bevande più sane, non tassate.
“I risultati dello studio - hanno affermato i ricercatori - potrebbero portare a ulteriori decisioni fiscali volte a promuovere scelte più sane tra i consumatori, poiché la ricerca ha anche dimostrato che la tassa era associata a un calo dell'indice di massa corporea infantile a Seattle. Nel complesso, la sugar tax sta dando i benefici previsti per la salute e i nostri risultati ci dicono che sono sicuramente maggiori per le famiglie con i redditi più bassi". (n.m.)