Oltre alla classica dieta chetogenica (Ckd), la più restrittiva e basata su un rapporto preciso tra i grammi di grasso e la somma dei grammi di proteine e carboidrati, attualmente nella pratica clinica sono utilizzate la dieta chetogenica con trigliceridi a catena media (Mctkd), che produce più chetoni per kilocalorie di energia consentendo un decremento del grasso totale e un maggiore apporto di carboidrati e proteine, rispetto alla Ckd, e la dieta Atkins modificata (Mad) caratterizzata da un rapporto chetogenico di 1: 1 o 2: 1 e un'assunzione di carboidrati fino a 20 g /die.
Indipendentemente dalla variante, queste diete includono principalmente cibi ricchi di grassi, ma con un occhio di riguardo alla composizione degli acidi grassi nella dieta e, nelle versioni meno restrittive, consentono l'uso di prodotti alimentari con un indice glicemico basso, garantendo l'assunzione adeguata di proteine per fascia d'età e fabbisogni individuali.
Ecco, quindi, che la scelta dei grassi diventa un elemento determinante. L'olio d'oliva, che è particolarmente ricco di Pufa, dovrebbe rappresentare la principale fonte di grassi, anche come possibile strategia per prevenire l'iperlipidemia. Per aumentare l'assunzione di Pufa, le noci dovrebbero essere incluse nel piano dietetico poiché diversi studi epidemiologici hanno già dimostrato un'associazione inversa tra consumo di noci e rischio di iperlipidemia e malattie cardiovascolari, ma anche aggiungere lecitina di soia (disponibile in commercio in forma granulare) al pasto o inserire altri oli vegetali come il girasole, il germe di grano e gli oli di riso, possono essere una strategia interessante.
Infine, per aumentare la produzione di corpi chetonici, una porzione dell'apporto lipidico giornaliero può anche essere fornita dall'olio di cocco, la principale fonte di acidi grassi a media catena.
L'esclusione quasi totale di carboidrati rende necessario ricorrere ai dolcificanti di cui il mercato è ricco ma che presentano molte incognite su aspetti quali assorbimento, metabolismo ed effetti potenziali sulla chetonemia. Più noti invece gli effetti degli edulcoranti sul tratto gastrointestinale: i polioli possono avere un effetto lassativo se consumati in grandi quantità, causando gonfiore, gas intestinale e diarrea, oltre che effetti anti-chetogenici, come lo xilitolo. Tra questi dolcificanti è l'eritritolo ad essere quasi totalmente assorbito e a causare meno sintomi intestinali.
L'alimentazione moderna è fatta, però, anche, se non soprattutto, di cibi per un consumo più o meno immediato e sono disponibili dati da studi su questi prodotti etichettati "chetogenici". Prima attenzione: non tutti i prodotti chetogenici sono adatti a chi segue queste diete per fini neurologici. Le formule chetogeniche in polvere sono il primo prodotto alimentare sviluppato appositamente per queste diete perché ad alto contenuto di grassi e arricchiti con acidi docosaesaenoico e arachidonico, fibre, minerali e vitamine, e destinati principalmente ai bambini.
In Giappone, è stata valutata l'efficacia, la tollerabilità e gli effetti collaterali di un latte chetogenico in polvere, utilizzato nei neonati e nei bambini con epilessia resistente: dei 42 pazienti arruolati, tra i 3 a 244 mesi, circa il 93% dei pazienti è stato in grado di continuare la dieta con un rapporto chetogenico di circa 3 per 1 mese, il 74% per 3 mesi e il 64% per 6 mesi con efficacia dimostrata nella riduzione delle crisi. Gli effetti collaterali, che hanno richiesto l'interruzione della terapia dietetica, si sono verificati in 11 pazienti su 42 e includevano ipertonia, perdita di peso, vomito, ipoglicemia, acidosi metabolica e ipopotassiemia.
Oltre alle formulazioni in polvere, ci sono anche formule chetogeniche liquide, sicure e generalmente ben accettate dai bambini e dai loro genitori. I prodotti arricchiti di trigliceridi a catena media consentono un aumento dell'assunzione di carboidrati e proteine, aumentando l'appetibilità della dieta. Miscele di cottura chetogeniche e prodotti chetogenici pronti al consumo consentono la produzione domestica o il consumo di alimenti alternativi ai tradizionali alimenti a base di cereali, migliorando la gestione della dieta grazie alla loro appetibilità e tollerabilità.
Da evidenziare che nella maggior parte dei casi questi alimenti chetogenici prevedono aggiunta di composti antiossidanti e bioattivi, dato il ridotto consumo di frutta e verdura. Accanto a questi alimenti esistono prodotti ad alto contenuto proteico e a basso contenuto di carboidrati e includono molte alternative alimentari ai prodotti tradizionali a base di cereali, come pasta, pane, biscotti e dessert, ma sono principalmente indicati per il trattamento dell'obesità e il rapporto chetogenico e, quindi, la resa in corpi chetonici, è molto basso.
Silvia Ambrogio
Fonti
- Leone A, De Amicis R, Lessa C, Tagliabue A, Trentani C, Ferraris C, Battezzati A, Veggiotti P, Foppiani A, Ravella S, Bertoli S. Food and Food Products on the Italian Market for Ketogenic Dietary Treatment of Neurological Diseases. Nutrients. 2019 May 17;11(5).
- Kumada T, Imai K, Takahashi Y, Nabatame S, Oguni H. Ketogenic diet using a Japanese ketogenic milk for patients with epilepsy: A multi-institutional study. Brain Dev. 2018 Mar;40(3):188-195.