Ruolo che non dovrebbe stupire, dal momento che la molecola, un estratto di corteccia del pino marittimo francese (Pinus pinaster), è da tempo riconosciuta dalla comunità scientifica come uno dei potenti antiossidanti naturali.

I nativi americani hanno usato la corteccia di pino come cibo, bevanda e rimedio contro varie malattie, dalle ferite infiammate, alle ulcere, ai disturbi cronici in cui i radicali liberi giocano un ruolo determinante, ma il suo utilizzo nella pratica clinica è stato a lungo dibattuto.

Secondo una revisione del 2012, il picnogenolo è stato utilizzato per il trattamento di molte malattie croniche, senza prove sufficienti per sostenerne l’impiego, mentre una revisione sistematica del 2015 ha concluso che potrebbe migliorare segni e sintomi della sindrome metabolica e, nello stesso anno, una meta-analisi ne ha evidenziato la capacità di abbassare pressione sanguigna, livelli di Crp e infiammazione, nonché di aumentare significativamente l'Hdl. 

A causa di numerosi limiti, però, tutti questi studi rilevanti non sono stati considerati esaustivi.

La meta-analisi pubblicata su Pharmacological research ha rivelato che il trattamento con picnogenolo migliora significativamente glucosio a digiuno, HbA1c, colesterolo Ldl e Hdl, Bmi, pressione arteriosa sistolica e diastolica e altri biomarcatori tra cui Crp, radicali liberi plasmatici e Ggt, ma determina un aumento dei livelli di Ast. 

Il picnogenolo potrebbe avere un ruolo nella prevenzione e nella gestione del diabete e di altre malattie cardiovascolari, ma gli effetti sono modesti e gli studi troppo eterogenei. Tuttavia, a livello di popolazione questi miglioramenti potrebbero avere un effetto benefico.

Inoltre, l'integrazione di picnogenolo ha dimostrato di ridurre la glicemia a digiuno e l'HbA1c, specialmente nei pazienti diabetici e iperglicemici, suggerendo che la molecola è in grado non solo di ridurre la glicemia a digiuno, ma di portarla più vicina all'intervallo normale.

Un possibile meccanismo che porta a diminuzione della glicemia potrebbe essere legato a inibizione dell'α-glucosidasi a livello intestinale, effetto che riduce il riassorbimento del glucosio, determinando un’azione antidiabetica indipendente dalla secrezione di insulina. Lo stesso stress ossidativo e l'infiammazione sono meccanismi coinvolti nella patogenesi del diabete associato all'obesità e pertanto un loro controllo può interferire positivamente con l’evoluzione della malattia.

Un ulteriore ruolo nella protezione cardiovascolare si ha attraverso la riduzione del body mass index. L'effetto di riduzione della pressione arteriosa sembra legato all’azione sull'endotelina-1 che viene secreta dall'endotelio come regolatore del tono vascolare e della pressione sanguigna, oltre che alle conseguenze del calo ponderale e ella flogosi ridotta.

Meno forti invece le evidenze circa l’impatto su colesterolo totale, Tg, eritrociti, leucociti, emoglobina, creatinina, fibrinogeno e frequenza cardiaca. Complessivamente, gli effetti positivi del picnogenolo sono stati osservati negli studi con più di otto settimane di intervento.

Silvia Ambrogio

Bibliografia

• Effects of Pycnogenol on Cardiometabolic Health: A Systematic Review and Meta-Analysis of Randomized Controlled Trials. Pharmacol Res. 2019 Oct 1:104472
• Effect of Pycnogenol Supplementation on Blood Pressure: A Systematic Review and Meta-analysis Iran J Public Health., 47 (6) (2018),
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• Food and plant bioactives for reducing cardiometabolic disease risk: an evidence based approach. Food Funct. 2017 Jun 21;8(6):2076-2088.
• Pycnogenol® in Metabolic Syndrome and Related Disorders. Phytother Res. 2015 Jul;29(7):949-68.