Nel 2021 il mercato globale degli integratori si è attestato a 150 miliardi di euro, con una crescita annua del 4,7% nell’ultimo triennio. In Italia, il settore è cresciuto negli ultimi 10 anni a un tasso annuo medio del 9,5%.
“I trend in atto stanno rivoluzionando il settore della salute, con accelerazioni dovute alla pandemia e all’instabilità geopolitica”, ha evidenziato Andrea Fortuna, Advisory partner - Health, Pharma & Life Sciences - PwC Italia. “L’Italia oggi è leader di mercato in Europa nel settore, con il 26% del market share, seguita da Germania e Francia e si colloca all’ottavo posto come esportatore a livello globale”.
Un’elaborazione PwC Italia su dati Food Supplements Europe stima in 1,3 miliardi di euro il potenziale risparmio annuale del sistema sanitario nazionale correlato a minori casi di ospedalizzazione se le persone over 55 o a rischio di malattie cardiovascolari assumessero Omega-3 regolarmente. Allo stesso tempo, se la popolazione a rischio assumesse giornalmente calcio e vitamina D si potrebbero riscontrare minori fratture ossee correlate all’osteoporosi e avere così un potenziale risparmio per il Ssn di 0,7 miliardi di euro.
“La recente pandemia ha messo in evidenza l’importanza del mantenimento del benessere e della salute per le persone e in questo nuovo scenario gli integratori rivestono oggi un ruolo ancora più importante, che è destinato a crescere”, sottolinea Germano Scarpa, presidente di Integratori & Salute. “Gli integratori sono già oggi un prezioso strumento per la sostenibilità dei sistemi sanitari e un utilizzo corretto come strumenti di prevenzione primaria potrebbe certamente generare risparmi rilevanti”.
Guardando al futuro del settore, al primo posto tra gli ambiti di azione le aziende mettono l’integrazione e lo sviluppo digitale dei processi aziendali, seguita dagli strumenti digitali per la gestione dell’informazioni medico-scientifica e della relazione con il farmacista.
“Le imprese si trovano davanti due grandi sfide: da una parte il nuovo ordine geopolitico, sempre più complesso e volatile, dove la logica binaria è sempre più tra sistemi aperti e sistemi chiusi; dall’altra il cambiamento tecnologico e la centralità dei dati come vera materia prima della nostra epoca”, ha commentato Alec Ross, Distinguished Adjunct Professor Business School dell'Alma Mater di Bologna, ex consigliere di Obama e autore del volume edito da Feltrinelli “I furiosi anni venti”. “Nel 2018 i device connessi erano stimati in 23 miliardi, oggi sono 50 miliardi e diventeranno 75 miliardi nel 2025. Impressionante risulta la curva di crescita degli investimenti corporate in Intelligenza artificiale, passati in 5 anni dai 20 miliardi di dollari del 2016 ai 170 miliardi del 2021”. (n.m.)