Nella gestione di obesità, diabete e malattia cardiovascolare le strategie dietetiche più utilizzate sono quelle a basso contenuto di carboidrati (Lcd), ovvero quelle che forniscono meno del 45% dell’energia dai Cho. Sulla base di studi randomizzati controllati, che hanno fino a ora dato risultati contrastanti, questa pratica è però molto discussa. Interessante quindi confrontare gli effetti di diversi gradi di restrizione Cho sui convenzionali marcatori di rischio cardiometabolico a digiuno, cercando di capire eventuali relazioni dose-dipendenti. 

Ne sono ricchi le membrane cellulari e i mitocondri di diversi organi a partire proprio dal cuore cui provvede a un adeguato rifornimento di energia, esercitando anche un’importante funzione antiossidante e antinfiammatoria. Parliamo del CoQ10 che proprio per queste caratteristiche ha catturato l’attenzione degli scienziati tesi a comprenderne il ruolo quale integratore alimentare nelle patologie cardiovascolari o nella gestione dei fattori di rischio associati con patologie cardiovascolari. Ecco così che è stata da poco pubblicata una review da parte di un gruppo di ricercatori italiani che ha fatto il punto sull’argomento. Ne abbiamo parlato con uno degli Autori, Alma Martelli, Professore associato di Farmacologia presso il dipartimento di Farmacia dell’Università di Pisa.

Esistono diversi studi in corso che valutano l'effetto della supplementazione di resveratrolo. Gli ambiti con maggiori dati a disposizione riguardano infiammazione e stress ossidativo, soprattutto legati a sindrome metabolica, turn over osseo e l’influenza bidirezionale con il microbiota intestinale.

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