Lo studio, randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo, della durata di 48 settimane, ha arruolato 32 adulti di età compresa tra 18 e 55 anni con allergia alle arachidi. I partecipanti sono stati suddivisi in un gruppo trattato, in un rapporto 3:1, con il dentifricio formulato con proteine di arachidi e in un altro con una pasta placebo.
L'endpoint primario era la sicurezza, misurata dalla percentuale di partecipanti che potevano tollerare costantemente il massimo della dose specificata nel protocollo e dall'incidenza di reazioni avverse sistemiche e non sistemiche.
Criteri di arruolamento erano un prick test cutaneo con diametro minimo del ponfo maggiore di 3 mm e/o un livello di IgE specifiche per le arachidi di almeno 0.35 KU/L. Inoltre, i partecipanti non dovevano aver superato un test alimentare orale con 100 mg o meno di proteine delle arachidi.
Tutti i partecipanti del braccio di trattamento hanno tollerato la dose più alta, senza reazioni sistemiche moderate o gravi. La principale reazione avversa non sistemica è stata il prurito orale, lieve e transitorio. L’aderenza al trattamento è stata elevata (97%), non si sono verificati abbandoni a causa del farmaco in studio, né sono emersi problemi dentali o al cavo orale.
Il nuovo dentifricio è progettato per agire in più fasi durante la pulizia dentale. Una volta entrato in bocca, le cellule di Langerhans presenti in tutto il cavo orale mediano il passaggio della proteina delle arachidi a livello del sistema linfatico, stimolando così la rieducazione del sistema immunitario, con una differenziazione delle cellule T che va aiutare il processo di desensibilizzazione.
I partecipanti al braccio di trattamento hanno dimostrato un aumento significativo dei livelli di IgG4 rispetto ai controlli. Inoltre, i dati hanno dimostrato una diminuzione del rapporto IgE/IgG4 tra i partecipanti attivi, segno di una risposta immunologica al trattamento.
“A oggi - sottolineano gli Autori - le uniche opzioni disponibili per il trattamento e la gestione delle allergie alimentari l’eliminazione dell’alimento responsabile e avere sempre con sé l'adrenalina, piuttosto che una immunoterapia per via orale. Tuttavia l’immunoterapia orale richiede tempo, cui si aggiungono complicazioni logistiche. Il dentifricio potrebbe offrire un aiuto sicuramente più semplice e pratico”.
Elisabetta Torretta