Nutraceutici, fitoterapici e aterosclerosi: il punto in una review

27 Gennaio 2021

Quali sono i principi attivi di origine vegetale che aumentano la capacità del c-Hdl di proteggere le arterie favorendo la rimozione del colesterolo proaterogeno? A questa domanda ha provato a dare risposta una review da poco pubblicata su Phytoherapy research che ha preso in esame le principali evidenze sulla capacità di diversi fitochimici, dai polifenoli, agli alcaloidi, ai carotenoidi, ai fitosteroli, agli acidi grassi, di promuovere l’efflusso di colesterolo dai macrofagi della parete arteriosa.

“La review affronta un argomento particolare”, sottolinea Arrigo Cicero, del dipartimento di Medicina clinica dell’Alma Mater Studiorum Università di Bologna e presidente della Società Italiana di nutraceutica (Sinut). “Noi siamo abituati a parlare di nutraceutici e fitoterapici attivi sul metabolismo del colesterolo nel senso di sostanze attive nel ridurre la colesterolemia. Le nostre arterie, però, sono difese da un meccanismo fisiologico di rimozione del colesterolo dalle arterie, detto trasporto inverso del colesterolo, mediato dalle lipoproteine Hdl, il cosìddetto colesterolo "buono". L'obiettivo di questa review non è stato tanto riportare i principi attivi di origine vegetale in grado di aumentare i livelli ematici di colesterolo Hdl, ma quelli che ne aumentano la capacità di proteggere le arterie potenziandone la capacità di rimozione del colesterolo proaterogeno”.

In questo contesto gli Autori hanno identificato diversi gruppi di principi attivi: polifenoli (antocianine, epicatechine, naringenina, esperetina, apigenina, chirisina, wogonina, luteolina, baicalina, quercetina, alpinetina, kaempferolo, isoflavoni della soia, puerarina, diocanina, diidromirecitina, resveratrolo, curcumina, polifenoli del melograno, acido clorogenico, acido ferulico, acido caffeico, sesamolo, seamina, emodina, acido salvianolico, peonolo, xantumolo), alcaloidi (berberina, leonurina, piperina, tetrametilpizarina, diidrocapsaicina), carotenoidi (astaxantina, 9-cis-beta-carotene, 4.3.   β-Cryptoxanthin, capsantina, licopene), fitosteroli (fucosterolo, stigmasterolo, diosgenina), acidi grassi polinsaturi della serie omega 3, composti solforati derivati dall'aglio.

“Tutti hanno dimostrato proprietà stimolanti il trasporto inverso del colesterolo in vitro, molti meno su modelli animali e ancora meno sull'uomo. Quelli più promettenti sembrano essere il resveratrolo, gli isoflavoni della soia, l'acido clorogenico, l'astaxantina, gli acidi grassi polinsaturi della serie omega 3, e i composti solforati derivati dall'aglio. Per molti di questi composti vi sono difficoltà di biodisponibilità o necessità di utilizzo di grandi quantità per periodi molto lunghi. Allo stato dell'arte, non si possono fare raccomandazioni specifiche. Di sicuro per mantenere un valido trasporto inverso del colesterolo è necessario mantenere uno stile di vita sano, evitando l'esposizione a fumo di sigaretta, il sovrappeso e la sedentarietà, a favore di una dieta di ricca in vegetali e pesce. Gli alimenti ricchi in polifenoli dovrebbero comunque aiutare il processo di trasporto inverso del colesterolo. L'impiego di integratori specifici è per ora suggerito per le indicazioni principali di queste sostanze, come nel caso, per esempio, degli isoflavoni della soia nella sindrome menopausale. La ricerca è comunque molto attiva su questo ambito e credo vi saranno evoluzioni interessanti nei prossimi anni”.

Nicola Miglino

 

 

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