Intestino e Sars-CoV2: relazioni pericolose

29 Aprile 2020

In collaborazione con Yakult - C’è un ruolo dell’intestino nell’infezione da Sars-Cov 2? A questo domanda ha cercato di dare risposta un webinar che si è svolto nei giorni scorsi, realizzato con il patrocinio di AGGEI (Associazione Giovani Gastroenterologi ed Endoscopisti) e il contributo non condizionato di Yakult (disponibile on demand sul portale www.covid19-intestino.it/).

Relatori il Dott. Gianluca Ianiro, Fondazione Policlinico universitario Agostino Gemelli, Roma e il Dott. Franco Scaldaferri, Istituto di Patologia speciale medica – Uoc di Medicina interna e Gastroenterologia Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli, Roma, nonché presidente AGGEI.

È noto che la sintomatologia primaria causata dal Coronavirus è a carico delle vie respiratorie, con la comparsa di tosse, febbre e dispnea sino alla manifestazione più grave, ovvero la polmonite interstiziale bilaterale.

Molte, però, sono ormai le evidenze di una presenza di Sars-CoV-2 nelle feci, così come del fatto che i campioni queste ultime possono rimanere positivi per il virus anche quando non sono più rilevabili nel tratto respiratorio, suggerendo la possibilità di una via di trasmissione oro-fecale.

Tra i lavori più recenti, una review apparsa su Alimentary Pharmacology & Therapeutics, ha preso in esame i dati di circa 2.000 pazienti, prevalentemente cinesi, provenienti 15 lavori pubblicati, per lo più case report e studi retrospettivi evidenziando la presenza di sintomi gastrointestinali (anoressia, diarrea, vomito, nausea, dolore addominale e sanguinamento gastrointestinale) in un’ampia fascia della popolazione studiata.

Un altro studio appena pubblicato, questa volta su Gastroenterology, ha rilevato, su 73 pazienti ospedalizzati, la presenza di Rna virale nelle feci del 53% dei casi, con una durata di permanenza della positività variabile da 1 a 12 gg. L’aspetto interessante è che, in un caso su cinque, la positività si confermava anche quando il tampone naso-faringeo è risultato negativo.

Che cosa hanno in comune le cellule epiteliali polmonari e intestinali? Indubbiamente il recettore del virus, ovvero la proteina Ace2, riscontrato anche in stomaco, duodeno e intestino retto. Da qui la presenza a livello fecale.

L’impatto di tale riscontro è stato notevole sulla riorganizzazione dell’attività clinica in vari ambiti. Da una parte, tutti i protocolli dell’endoscopia sono stati rivoluzionati, mettendo a punto schemi operativi per la stratificazione del rischio e delle urgenze dei pazienti, Covid e non, e per la messa in sicurezza degli operatori sanitari.

Dall’altra, l’Italia è stata tra i promotori, attraverso un contributo su Lancet, di regole condivise e stringenti a livello internazionale per la gestione del trapianto di microbiota fecale, oggi normato da protocolli eterogenei e spesso poco sicuri rispetto alla possibile presenza di Sars-coV nelle feci.

Infine, ci si interroga sul ruolo che i probiotici potrebbero giocare nel controllo dell’infezione e della sintomatologia.

Al momento, non vi sono prove cliniche che una modulazione del microbiota intestinale possa svolgere un'azione terapeutica nel trattamento di Covid-19, se non un razionale che origina dalle evidenze di una stretta correlazione tra microbiota e sistema immunitario da una parte, e polmone dall’altra, secondo il cosiddetto asse polmone/microbiota oggetto di una recente review pubblicata su Frontiers in cellular and infection microbiology.

Va segnalato, comunque, che, a partire dallo scorso febbraio, le linee-guida della China's national health commission and national administration of traditional chinese medicine, raccomandano l’utilizzo di probiotici nel trattamento di pazienti con grave infezione da Sars-coV-2 per mantenere l'equilibrio della flora intestinale e prevenire il rischio di sovrainfezioni batteriche.

Di sicuro questo rappresenta uno dei più promettenti e stimolanti filoni di ricerca del prossimo futuro per comprendere le implicazioni correlate allo scambio di informazioni tra organi differenti in corso di infezioni delle vie respiratorie.

 

 

 

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