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L’indagine PlantLibra, condotta in sei Paesi europei (Italia, Finlandia, Germania, Romania, Spagna e Regno Unito ndr), ci dice che nel nostro Paese le tre ragioni d’uso principali sono per disordini gastrointestinali, per favorire un’ attività tonica-energetica e per effetti rilassanti. I punti vendita di riferimento sono le erboristerie/parafarmacie, seguite da farmacia e supermercato (7,9%). Tra le piante più utilizzate spiccano aloe, finocchio, valeriana e ginseng.

Nei pazienti con malattia renale cronica la dieta è cruciale per rallentare la progressione del danno e correggere i sintomi.

Chiamata anche “fegato grasso”, interessa fino al 30% degli italiani ed è una malattia legata a doppio filo con il diabete. La steatosi epatica, infatti, è presente in oltre il 50% dei pazienti colpiti dal tipo 2 e, a oggi, non esistono farmaci specifici per la cura. Stanno invece trovando spazi interessanti diversi nutraceutici, compresi gli ultimi, più promettenti, derivanti dalle alghe marine.

Garantisce una quantità di micro e nutraceutici alla base dei suoi effetti protettivi sulla salute. Tra tutti, i polifenoli e, in particolare, oleocantal, tirosolo e idrossitirosolo che la ricerca sta studiando per ricavarne possibili integratori alimentari.

Prezioso dolcificante, ricco di fruttosio, glucosio, minerali, vitamine ed enzimi fondamentali per il nostro benessere, il miele possiede anche una dimostrata attività antinfiammatoria e antimicrobica.

Il farmacista gioca un ruolo chiave nel consiglio sul corretto integratore e soprattutto sul suo impiego, laddove di fattori di rischio asintomatici quali, per esempio, le dislipidemie, possono indurre scarsa adesione mentre richiederebbero tempi lunghi per evidenziarne l’efficacia.

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