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Quella del prediabete è una condizione ancora sottovalutata nella quale però è fondamentale intervenire prima che sia troppo tardi. Il primo passo per la prevenzione si basa sull’adozione di uno stile di vita sano nella scelta dei cibi e nell’attività fisica. Tuttavia, questo approccio risulta spesso fallimentare nella partica quotidiana. La nutraceutica può rappresentare un’arma molto importante a disposizione di medici e pazienti. Su questo fronte, risultati clinici recenti suggeriscono l’impiego di un derivato dalle alghe marine Ascophyllum Nodosum e Fucus Vesiculosus.

Tra i componenti di frutta e verdura, all’interno della dieta mediterranea, la mela occupa il primo posto quale fattore protettivo dal rischio cardiovascolare e oncologico. È in grado, infatti, di ridurre il c-Ldl, migliorare la microcircolazione arteriosa e la perfusione cerebrale e dati preliminari ne suggeriscono capacità preventive nel cancro a seno e colon-retto. Tutti i laboratori universitari stanno dunque volgendo la loro attenzione nei confronti di questo frutto. A Bologna, l’attenzione si sta concentrando su recupero e valorizzazione della mela Rosa Romana dell’Appennino.

Una situazione di pre-diabete è da considerare già un condizione di rischio cardiovascolare. Il cambiamento degli stili di vita, migliorando dieta e attività fisica, sono rimedi non sempre facili da mettere in pratica e oggi sta riscuotendo sempre maggior interesse la possibilità di intervenire anche con l’utilizzo di composti nutraceutici che, inibendo enzimi intestinali specifici come le alfa-glucosidasi, portano a una riduzione dell’assorbimento rapido degli zuccheri.

Avere in listino nutraceutici insieme ai farmaci è una grande opportunità, in quanto consente di intercettare sia i bisogni di chi, per esempio in caso di dislipidemia, può limitarsi al controllo di dieta e stili di vita sia di quelli che necessitano invece di terapia farmacologica.

Riso rosso fermentato, berberina e loro combinazioni sono in grado di determinare una riduzione considerevole della colesterolemia nei soggetti con modesti incrementi del colesterolo, in genere di età intono ai 40-45 anni o più, che non hanno avuto eventi cardiovascolari in precedenza e che necessitano di una riduzione modesta e duratura del c-Ldl.

In linea con quanto già presente nelle versioni 2011 e 2016, le indicazioni messe a punto dalle Società europee di cardiologia (Esc) e dell’aterosclerosi (Eas) pubblicate nei giorni scorsi, sostengono l’impiego di sostanze bioattive a supporto della dieta mediterranea. Trovano spazio, secondo quanto la ricerca scientifica sta mettendo a disposizione dei clinici, fibre, fitosteroli Omega-3, riso rosso fermentato titolato in monacolina K e berberina.

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