Due studi tornano a mettere al centro della discussione il ruolo del sale come fattore di rischio cardiovascolare e predittivo di mortalità. Da una parte, si evidenziano i pericoli di un consumo eccessivo. Dall’altra, si puntano i fari sui rischi di consumo troppo basso.

La domanda di peperoncino dei consumatori italiani è in crescita continua, ma la produzione nazionale è scarsa e copre solo il 30% del fabbisogno. Il resto proviene da mercati extra-Ue (2mila tonnellate annue da Cina, Egitto, Turchia), viene importato a prezzi stracciati (1/5 in meno) e si caratterizza per i bassi standard qualitativi, che penalizzano la filiera Made in Italy.

Non tutte le fibre alimentari sono uguali: solo quelle di cereali e non quelle di frutta o verdura sono collegate a una minore infiammazione e minor rischio cardiovascolare. Questi i risultati di uno studio pubblicato su Jama network open.

La betaina, un derivato della colina espresso nelle cellule animali e vegetali in risposta allo stress osmotico, può anche essere integrata attraverso la dieta, quando si ingeriscono alcune verdure e frutti di mare, o attraverso una supplementazione specifica.

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