Un’intera sessione del 14.mo Congresso nazionale Sinut (Società italiana di nutraceutica), tenutosi di recente a Bologna, è stata dedicata al tema della sicurezza in ambito nutraceutico. Tre i casi portati all’attenzione: l’Epigallocatechin-gallato (Egcg), l’Acido alfa-lipoico (Ala) e il Riso rosso fermentato (Ryr).

Il riso è uno dei cereali più coltivati e consumati al mondo e proprio per questo è stato valutato il suo ruolo nell’alimentazione di chi ha diabete, patologia altrettanto diffusa.  Sono diversi i componenti analizzati singolarmente: tra i macronutrienti, amido e proteine, mentre tra i micronutrienti spiccano i composti presenti nella crusca, tra cui γ-orizanolo, acido fitico, acido ferulico, acido γ-aminobutirrico, tocoferoli e tocotrienoli. Il riso integrale ha un contenuto maggiore di composti nutrizionali rispetto a uello bianco, a eccezione dell'amido: più proteine, lipidi, vitamine, minerali e contenuto di fibre alimentari.

La composizione corporea in soggetti obesi o in sovrappeso varia in funzione dell’età e del genere. Alla luce di ciò, l’Indice di massa corporea (Bmi) si rivela un indicatore obsoleto e fuorviante e sono necessarie ricerche future per identificare nuovi strumenti in grado di monitorare tali cambiamenti in questa specifica popolazione. Queste le conclusioni di uno studio osservazionale pubblicato su Nutrients e condotto da un gruppo di ricerca guidato da Laura Di Renzo, direttore della scuola di specializzazione in Scienza dell’alimentazione e preside della facoltà di Farmacia dell’Università Tor Vergata di Roma.

Stop ai claim salutistici legati agli effetti sulla colesterolemia degli integratori contenenti monacolina K. A stabilirlo, il nuovo Regolamento Ue n. 2024/204 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea lo scorso 30 luglio e in vigore dal 19 agosto. Sulle confezioni, dunque, non potrà più trovarsi scritto: “La monacolina K da riso rosso fermentato contribuisce al mantenimento di livelli normali di colesterolo nel sangue”.

Confronto acceso tra esperti, sulle colonne del New England journal of medicine, in merito al valore nutrizionale proteico degli alimenti a base vegetale. Tutto nasce da una review, pubblicata ad aprile sulla medesima rivista, in cui gli Autori, Steven B. Heymsfield, del Pennington Biomedical Research Center di Los Angeles e Sue A. Shapses, della Rutgers University di New Brunswick, nel New Jersey, nel dare indicazioni su energia e macronutrienti durante l'arco della vita, segnalavano alcune limitazioni nell’apporto di aminoacidi essenziali con una dieta a base vegetale.

La rivista Nutrients ha pubblicato di recente un numero speciale dal titolo “Dietary supplements in cardiovascular and metabolic diseases”. L’editoriale di apertura e commento è stato affidato a Bruno Trimarco e Gaetano Santulli, del dipartimento di Scienze biomediche avanzate, Aou Federico II di Napoli.

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