I biomarcatori dietetici sono strumenti promettenti per la valutazione obiettiva della dieta, poiché sono molecole derivate da alimenti specifici che vengono assorbite e rilevate in campioni biologici in risposta all'assunzione di cibo e non dipendono da ricordo, motivazione o comportamento del partecipante. 

Al 44.mo Congresso nazionale della Società italiana di nutrizione umana (Sinu), è stato presentato uno studio che mostra una stretta relazione tra la malnutrizione e la funzionalità motoria e cognitiva in riabilitazione post-ictus, un campo ancora relativamente poco studiato in Europa. Lo studio, sviluppato da ricercatori dell’Università Federico II di Napoli, presso il Santa Maria del Pozzo Hospital di Somma Vesuviana (Napoli), ha ricevuto il Premio Gianvincenzo Barba per la Ricerca Scientifica e l’Innovazione in Nutrizione Umana 2024.

Una recente review, pubblicata su Nutrients, ha preso in esame il ruolo di diversi nutraceutici ipocolesterolemizzanti in pazienti pediatrici con dislipidemia moderata.

L’uso regolare di integratori di olio di pesce potrebbe avere ruoli diversi in ambito cardiovascolare: rischioso in caso di persone sane, protettivo in presenza di malattia cardiovascolare. A suggerirlo, i risultati di un ampio studio a lungo termine, pubblicato sul BmjMedicine rivista open access del gruppo British medical journal.

L’effetto ipocolesterolemizzante delle proteine ​​della soia è ben documentato, ma altri componenti sembrano conferire significativi benefici alla salute cardiovascolare, nonostante abbiano ricevuto meno attenzione nel corso degli anni. Gli attuali risultati epidemiologici mostrano un’associazione inversa tra il consumo di alimenti/prodotti integrali a base di soia e il rischio di malattie cardiovascolari: un aumento del consumo di soia (fino a 101 g/giorno) è associato a una minore mortalità per malattie cardiovascolari, anche se sembra che i diversi alimenti a base di soia possano variare in termini di efficacia biologica ed effetti protettivi. 

La dislipidemia aterogena è una frequente condizione dismetabolica caratterizzata da aumentato rischio cardiovascolare, definita dalla associazione di ridotta colesterolemia Hdl (Hdl-C<40 mg/dL nell’uomo e <50 mg/dL nella donna), aumentata trigliceridemia (Tg>150 mg/dL) e colesterolemia Ldl (Ldl-C) normale o aumentata, ma con capacità aterogena maggiore a causa della ossidazione delle Ldl e delle loro caratteristiche strutturali (sono “piccole e dense”). La dislipidemia aterogena fa parte dei criteri diagnostici della sindrome metabolica ed è spesso presente in persone con obesità e prediabete o diabete mellito tipo 2 (Dmt2).

Pagina 4 di 10
Top
Questo sito utilizza i cookies, che consentono di ottimizzarne le prestazioni e di offrire una migliore esperienza all'utente. More details…